      PALMA DI MAJORCA - Quando si parla di moto &ldquo;furbe&rdquo; si intendono quei modelli che hanno un prezzo contenuto e riescono a fare bene praticamente tutto, senza eccessi n&eacute; particolari controindicazioni. Moto come la Honda CBF 1000. Lanciata nel 2006, &egrave; stata apprezzata soprattutto in Paesi da motociclisti &ldquo;duri e puri&rdquo; come la Germania, ma da noi, vuoi per la sua linea un po&rsquo; anonima, vuoi per i contenuti tecnici che non gridavano al miracolo, non ha incontrato i favori del pubblico.   Dunque, per cercare di conquistare almeno una parte dei consensi che questa moto effettivamente merita, la Casa dell&rsquo;ala dorata ne ha presentato una nuova versione, rivisitata. Il nuovo look convince decisamente: il gruppo ottico anteriore di derivazione CBR e la semicarena con luci di posizione integrate donano la grinta che mancava al modello precedente, il tutto armonizzato da un posteriore slanciato. In sella ci si trova subito a proprio agio, la posizione di guida &egrave; confortevole: manubrio ampio e rivolto verso il pilota, sella morbida, ben conformata e con la possibilit&agrave; di regolarne l&rsquo;altezza su tre posizioni, mentre le gambe trovano la naturale sistemazione nelle ampie svasature del serbatoio e della semicarena, cos&igrave; come &egrave; azzeccata per un uso a 360&deg; la collocazione delle pedane.       L&rsquo;ergonomia a bordo &egrave; stata studiata con cura estrema e non c&rsquo;&egrave; da stupirsi, dunque, della sensazione che si riscontra salendo in sella: una Honda la si riconosce subito, amichevole e facile da guidare in ogni situazione. La maneggevolezza della CBF 1000 &egrave; molto buona, grazie ad una attenta distribuzione dei pesi, motivo per cui i cambi di direzione e le svolte vengono effettuati senza alcun problema; solo nelle inversioni pi&ugrave; strette, a bassissima velocit&agrave;, l&rsquo;avantreno manifesta una leggerissima tendenza a cadere verso l&rsquo;interno, ma non &egrave; nulla pi&ugrave; di un semplice fastidio. Anche in citt&agrave; nessun problema, ci si muove con la stessa facilit&agrave; di uno scooter, l&rsquo;unico appunto che si pu&ograve; elevare &egrave; alla non eccelsa visuale degli specchi retrovisori.  Allungandosi verso strade pi&ugrave; sinuose la CBF 1000 continua a stupire. Le modifiche apportate all&rsquo;idraulica delle sospensioni sono state efficaci, in ogni situazione la stabilit&agrave; &egrave; da riferimento e la moto nonostante sia una 1000 si rivela facilissima da guidare e veramente divertente. Particolarmente apprezzabili la neutralit&agrave; e la sicurezza della ciclistica, cos&igrave; come la naturalezza con cui si inserisce in curva: basta semplicemente pensarlo e immediatamente obbedisce.       L&rsquo;avantreno solido e rigoroso trasmette un buon feeling in ogni situazione, punta deciso alla corda e solo nella guida al limite tende ad allargare leggermente la traiettoria in uscita di curva. La CBF 1000 se la cava bene nel misto, grazie al manubrio largo salta da una curva all&rsquo;altra con rapidit&agrave; e senza perdere l&rsquo;assetto; ad alta velocit&agrave; e con l&rsquo;asfalto in brutte condizioni si possono verificare a volte lievi scuotimenti nei cambi di direzione, ma &egrave; una cosa che avviene solo a ritmi... non adatti alla strada.       Il posteriore ha un comportamento sufficientemente accordato con quello della sospensione anteriore, solo leggermente pi&ugrave; morbido nella risposta ma non per questo incline a perturbare l&rsquo;assetto. Piuttosto, chi guida con una certa grinta potrebbe sentire la necessit&agrave; di un pneumatico posteriore pi&ugrave; largo, perch&eacute; la misura adottata di serie (160) esalta la maneggevolezza ma non offre un appoggio sensazionale per la guida pi&ugrave; sportiva. Anche nelle curve ad ampio raggio affrontate ad alta velocit&agrave; non si riscontrano problemi: nonostante un assetto tendenzialmente morbido, la moto risulta stabile e ben controllata, non si riscontrano sensazioni di galleggiamento dell&rsquo;avantreno n&eacute; si innescano ondeggiamenti del posteriore.   Nonostante la semplicit&agrave; e la possibilit&agrave; di intervenire solo su poche regolazioni (precarico molla per l&rsquo;anteriore, precarico e freno in estensione per il posteriore), il comportamento delle sospensioni &egrave; soddisfacente: la forcella scorre benissimo e digerisce tutte le asperit&agrave; del terreno, morbida nella prima parte di escursione, si indurisce progressivamente verso la fine offrendo una resistenza all&rsquo;affondamento adeguata anche nelle frenate pi&ugrave; violente; un po&rsquo; soffice invece la risposta dell&rsquo;ammortizzatore, che tende a comprimersi pi&ugrave; del dovuto in uscita di curva.      Il motore ha guadagnato 9 cavalli ma a causa dei limiti imposti dalle normative Euro3 non ha lo stesso tiro in basso che aveva il precedente modello. Inizia a spingere in maniera fluida senza strappi dai 3000 giri, in prossimit&agrave; dei 6000 si irrobustisce per poi continuare a crescere progressivamente fino all&rsquo;intervento del limitatore a circa 10.000 giri. Non importa in quale marcia ci si trovi, basta aprire il gas e lasciarsi spingere in maniera dolce e fluida, l&rsquo;erogazione piatta permette di partire da fermo semplicemente utilizzando il minimo senza timore di far spegnere il motore.       I freni sono giusti per una moto di questo tipo, l&rsquo;anteriore non potentissimo ma estremamente modulabile e il posteriore che svolge onestamente il proprio lavoro, bloccando solo se espressamente voluto; anche il sistema di intervento combinato CBS funziona egregiamente e la sua azione non va ad incidere minimamente sul comportamento della ciclistica: praticamente non si sente. La frizione &egrave; morbidissima e resistente ad ogni strapazzo, il cambio ha innesti precisi e morbidi; la rapportatura &egrave; tendenzialmente corta, per esaltare la ripresa.   Molto buone le finiture nonostante i numerosi particolari in plastica. I blocchetti elettrici sono tipicamente giapponesi, classici e robusti, le pedane sono semplici ma ottimamente rifinite; dietro la semicarenatura con plexiglass regolabile manualmente su quattro posizioni, &egrave; alloggiato il cruscotto analogico/digitale con contagiri centrale.   La Honda CBF1000 sar&agrave; proposta in due versioni: la &ldquo;base&rdquo; a 9.800 euro f.c e la ST, dotata di borse laterali di media dimensione e ABS, a 10.500 Euro f.c.          I dati dichiarati     Prezzo: 9.800 Euro f.c. Potenza: 107,3 CV (79 kW) a 9.000 giri/minuto Coppia 9,79 kgm (96 Nm) a 6.500 giri/minuto Peso: 245 kg in ordine di marcia Colori: nero, bianco, argento, oro         Ci piace     Facilit&agrave; di guida Linea Prezzo contenuto        Non ci piace     Gomma posteriore stretta Visibilit&agrave; retrovisori Scarso tiro in basso      Guarda le foto  

Non costa cara, &egrave; facile da guidare e va molto bene

In sella alla nuova Honda CBF 1000

Nuova Honda CBF1000

      Honda, che non sar&agrave; presente all&rsquo;EICMA 2009, ha svelato la nuova CBF1000 per la prossima stagione. La quattro cilindri in linea semicarenata ha come grande novit&agrave; un inedito telaio in alluminio e una estetica rinnovata. La CBF &egrave; una moto facile, versatile e pensata per muoversi velocemente in citt&agrave; quanto sui passi di montagna.  E per offrire il massimo confort in ogni condizione di guida, &egrave; dotata di serie di numerose regolazioni. Dal cupolino (regolabile su 4 posizioni) alla sella (regolabile su tre altezze).  A detta dei tecnici giapponesi, l&rsquo;inedito telaio in alluminio &egrave; stato studiato per rendere la CBF1000 ancora pi&ugrave; maneggevole e facile da guidare. Esteticamente, invece, la nuova giapponese rimane fedele alle linee che da sempre la caratterizzano, diventando per&ograve; pi&ugrave; moderna ed attuale. I due gruppi ottici della CBF1000 caratterizzano l'immagine grintosa della moto. anteriormente, troviamo il medesimo faro sdoppiato a basso profilo che gi&agrave; equipaggia la CBR600RR, mentre al posteriore c&rsquo;&egrave; un nuovo faro a LED. La strumentazione, invece, richiama quella della nuovissima VFR1200F.  Il propulsore, lo stesso che equipaggia la CBR1000RR, ha un setup che ne esalta la coppia. Il rapporto di compressione &egrave; stato comunque irrobustito (da 11:1 a 11,2:1), migliorando sia la potenza massima (+ 9 CV) che l'efficienza del propulsore. Il punto nodale &egrave; sempre l&rsquo;erogazione ai medi regimi, largamente la fascia pi&ugrave; utilizzata.  La nuova CBF1000 si caratterizza anche per la presenza di un nuovo sistema di scarico, sottolineato dal singolo terminale in acciaio inossidabile posto sul lato destro.  La CBF1000 &egrave;disponibile anche nella versione ST, dotata di ABS Combinato di serie: il sistema unisce le funzioni del CBS (la Frenata Combinata che ripartisce la forza frenante fra l'anteriore e il posteriore) all&rsquo;ABS Honda.  Quattro infine le colorazioni: nero, grigio, bianco e oro.      Guarda le foto  

Arriva un inedito telaio in alluminio per la 1000 giapponese